Capitolo IX

I libri scritti in gruppo

 

Nel 1978, al nostro ritorno da San Francisco, Sirio Di Giuliomaria ebbe un’altra delle sue idee. Propose a me e ad altri amici del LEND di scrivere un testo di letture per la la scuola media. Accettammo con entusiasmo. Gli autori sarebbero stati: Rosanna Ducati da Ferrara, Anna Maria Cirillo da Napoli, Maria Teresa Calzetti da Parma ma residente a Cagliari, Sirio Di Giuliomaria da Roma, Deanna Donatini da Faenza, Priscilla Farron, irlandese, residente ad Oristano – che ci poteva fare un’irlandese ad Oristano? Mah! Vito Giacalone, detto “The Godfather”, originario di Mazara del Vallo ma tendente a spacciarsi per anconetano, Giuliano Iantorno e Mario Papa di Salerno, e Maria Teresa Zagrebelsky di Torino. Non era semplice coordinare il lavoro di persone che vivevano così lontano l’uno dall’altro. Ci dividemmo i compiti. Ognuno si interessava di un settore, poi inviao tutto il materiale a Sirio. Ci incontravamo di tanto in tanto a Roma, a casa di Sirio, per discutere punti di carattere generale e poi ognuno produceva il materiale relativo al settore che le/gli era stato assegnato. Una volta Sirio mi chiamò a Roma a casa sua per aiutarlo a mettere insieme il materiale ricevuto. Era tutto molto interessante e si passava dai fogli perfettamente redatti e ordinati di Maria Teresa Zagrebelsky ai foglietti volanti e confusi, seppur pieni di appunti e attività interessanti e stimolanti di Deanna Donatini. Ad ogni modo, riuscimmo a preparare un bel manoscritto abbastanza omogeneo. Bisognava decidere chi si prendeva il compito di andare a Firenze alla Nuova Italia e portare a mano il manoscritto, per poterlo poi discutere con i redattori. Furono scelti Vito Giacalone e Giuliano Iantorno. I due amici andarono a Firenze, decisero di andare a mangiare in un buon ristorante toscano e, alla fine del loro gozzovigliare, tutti felici e contenti lasciarono il ristorante senza prendere il manoscritto. Dopo diverse ore, si ricordarono del manoscritto e cominciarono a pensare dove diavolo avrebbero potuto lasciarlo. Dopo varie ipotesi e diverse telefonate venne loro in mente il ristorante e, fortunatamente, ritrovarono il manoscritto. In quell’occasione i due compari Vito e Giuliano risc! Le altre coautrici e gli altri coautori li avrebbero come minimo riempiti di improperi per due anni di seguito!

Finalmente, nel 1979 fu pubblicato dalla Nuova Italia Reading Strategies, che ebbe subito un bel successo.

In un numero della rivista “Fare scuola” del 1979 si poteva leggere:

“La necessità di dare, giustamente, largo spazio allo sviluppo delle abilità audio-orali - parlare e comprendere la lingua parlata - ha fatto dimenticare che, nell'ambito della lingua scritta, il saper leggere in lingua straniera non è meno importante del saper comunicare oralmente. Per un periodo di tempo abbastanza lungo la didattica delle lingue straniere ha studiato i problemi metodologici e le tecniche didattiche relativi all'approccio orale, con risultati abbastanza consistenti. La presentazione della lingua scritta è stata prima rimandata nel tempo, avrebbe dovuto seguire a notevole distanza dalla fase orale, poi inclusa nella stessa unità didattica, ma confinata in uno spazio ristretto. Alcune considerazioni di ordine sociolinguistico e le riflessioni sui bisogni linguistici degli allievi di un corso di lingue straniere hanno portato a rivalutare l'abilità di riconoscimento della lingua scritta, cioè la lettura. Se è vero, infatti, che è improbabile che gli allievi possano fare largo uso della lingua scritta a livello di produzione -gli stessi insegnanti vanno raramente oltre una normale corrispondenza personale in lingua -, è invece ipotizzabile che ritengano utile, o anche indispensabile per ragioni culturali o professionali, servirsi della lingua straniera che hanno appreso per leggere materiale di varia natura, Inoltre, se è vero che non capita spesso l'occasione di servirsi della lingua straniera per comunicare oralmente, è anche vero che l'accesso a materiale pubblicato all'estero è assai piú facile e frequente. Individuato questo bisogno linguistico, occorre soddisfarlo sul piano didattico. In un corso per principianti è quindi importante introdurre materiale di lettura le cui difficoltà linguistiche siano opportunamente graduate, cosí come avviene per la lingua orale e, successivamente, presentare materiale il piú possibile autentico, cioè preso dalla realtà. Occorre però considerare un altro aspetto, altrettanto fondamentale, quello di come guidare gli allievi ad, affrontare il problema della comprensione, sul quale si sono concentrati gli studi píú recenti. Grazie ai preziosi apporti della psicolinguistica, che ha studiato il processo mentale della lettura, si sono ottenuti importanti risultati. Proprio facendo leva su questi studi e su questi risultati un gruppo di studiosi di didattica linguistica - R. Bresadola-Ducati, A. M. Cirillo, M. T. Calzetti, S. Di Giuliomaria, D. Donatini, P. Farron, V. Giacalone, G. lantorno, M. Papa, M. T. Zagrebelsky - ha dato vita ad un primo corso di letture inglesi che ha tenuto conto delle piú recenti ricerche di ordine didattico, oltre che delle considerazioni relative ai contenuti culturali. Reading Strategies è il risultato di questo lavoro, originale anche per un altro suo aspetto: è forse il primo libro di testo di gruppo. I dieci autori, infatti, risiedono e insegnano (si tratta di insegnanti direttamente impegnati nella scuola secondaria) in città diverse. Reading Strategies non è quindi un semplice libro di lettura, ma un corso di lettura. In questo senso presenta caratteristiche originali sul piano dei contenuti oltre che per le sue caratteristiche didattiche. Per ciò che riguarda i contenuti, il volume si sforza di ovviare all'inconveniente derivante dal fatto che il materiale che si legge a scuola è spesso diverso da quello a cui si è esposti nella vita sociale, il che influisce sulla motivazione. Accanto al materiale di tipo strutturato, organizzato cioè dall'autore secondo uno schema sequenziale logico con scopi ben definiti, (articoli, racconti, barzellette, etc.), il volume presenta materiale non strutturato, cioe testi privi di giudizi o valutazioni già formulati dall'autore (annunci di spettacoli, menú, programmi radio o TV, orari ferroviari, etc.). Le tecniche, o strategie, di lettura sono finalizzate a stimolare gli allievi. Esse sono elaborate facendo leva su una serie di considerazioni tra cui quella basata sull'osservazione della motivazione alla lettura: nessuno legge tanto per leggere; tutti hanno un motivo particolare, uno scopo, che ovviamente varia da materiale a materiale. Tali tecniche, inoltre, sfruttano una serie di abilità acquisite nella lingua materna (un utile punto di partenza per realizzare le indicazioni dei programmi ministeriali circa il collegamento con lo studio dell'italiano). L'accertamento della comprensione è proposto non solo mediante i test di reading comprehension, ma anche, con nuove tecniche che si servono di elementi extralinguistici, come il riferimento a diagrammi o a disegni che l'allievo deve completare utilizzando le informazioni attinte dal brano.”

Ci fu proposto, poi, di scrivere un altro testo di lettura per il biennio delle scuole superiori e nel 1982, sempre con La Nuova Italia, lo stesso gruppo di amici pubblicò Developing Reading Strategies. Questa volta, memori di quello che era successo al manoscritto di Reading Strategies, il manoscritto fu affidato a Sirio con mille raccomandazioni. Anche Developing Strategies ebbe un buon successo, ma dividendo i diritti d’autore tra tante persone, ovviamente rimaneva ben poco ad ognuno. Però anche questa fu un’altra esperienza che arricchì molto ognuno di noi sia sul piano culturale - per le ricerche e gli studi che ognuno di noi dovette fare -, sia, soprattutto, sul piano umano e relazionale – considerando le discussioni che di tanto in tanto facevamo, che dovevano poi portare a produrre un testo omogeneo partendo da punti di vista spesso diversi o addirittura contrastanti. Sirio si rivelò, come al solito, abile mediatore e traghettatore.