Mario Papa - Il testo di Lingua Straniera oggi

 

(Tratto da “Istituto Magistrale State “Regina Margherita” – Salerno – Annuario 1996-97”, pag. 113-116)

Il principale obiettivo dell'insegnamento delle lingue straniere oggi è il conseguimento di abilità comunicative che diano riscontri pratici immediati (leggere e comprendere offerte di lavoro - spesso  il "Corriere della Sera" del venerdì pubblica offerte di lavoro in inglese o in tedesco - e saper rispondere ad esse in lingua straniera, comprendere canzoni in lingua straniera, saper usare il computer, colloquiare al telefono per lavoro, viaggiare all'estero per turismo o  per lavoro, etc.).  Pertanto, l'organizzazione di un libro di testo per l’insegnamento di una lingua straniera segue oggi criteri metodologici  molto diversi da quelli usati  nel passato. Questa diversità riguarda essenzialmente tre punti: l 'organizzazione del syllabus, cioè del piano didattico dell’opera, le tecniche impiegate per indurre l'apprendimento da questo syllabus, e il materiale supplementare.

Il piano didattico

I syllabus tradizionali, quelli che sono cioè alla base delle grammatiche tradizionali e delle grammatiche strutturali, sono organizzati in due modi: nel caso delle grammatiche tradizionali, viene  presentata in ogni capitolo una categoria grammaticale (l'articolo, il nome, il verbo, ecc.); nel caso delle grammatiche strutturali, invece, vengono graduate le strutture grammaticali  di una lingua secondo una sequenza che va dalla struttura ritenuta meno complessa fino alla struttura che si ritiene più difficile. I n ciascun capitolo in cui è organizzato il syllabus grammaticale o quello strutturale vengono presentate  alcune regole di grammatica o alcune strutture  insieme ad un elenco di vocaboli. Seguono poi, esercizi essenzialmente scritti; in ogni nuovo capitolo vengono aggiunti nuove strutture  e nuovi  elementi  lessicali.

Un syllabus di tipo comunicativo, invece, parte dai bisogni comunicativi degli studenti: quello, cioè, che gli studenti vogliono esprimere attraverso il linguaggio rappresenta il criterio più importante per selezionare e organizzare il contenuto linguistico di  un corso di lingua straniera. Una prima differenza notevole, quindi, tra un corso di tipo grammaticale o strutturale e uno di tipo comunicativo, risiede nel fatto  che  gli elementi costitutivi del corso di tipo comunicativo non sono più categorie grammaticali o strutture grammaticali, ma funzioni comunicative: presentarsi, identificare persone e oggetti, narrare, descrivere, correggere, chiedere indicazioni, esprimere accordo o disaccordo, offrire, accettare, rifiutare,  ecc.

Naturalmente non si può prescindere dall'insegnamento  delle strutture grammaticali di una lingua, né tantomeno da una riflessione sulle regole che ne governano l'uso. Ma l'acquisire coscienza dei fatti morfologici e sintattici rappresenta un momento di arrivo nell'ambito di una unità didattica, non di partenza.

Poiché l'uso corretto delle forme linguistiche dipende dai vari fattori della situazione di comunicazione, cioè il parlante, l’ascoltatore, il luogo in cui si svolge la conversazione, il rapporto tra i due interlocutori, l'atteggiamento reciproco del parlante e del!'ascoltatore,  è opportuno che gli studenti, oltre a ricevere una solida base  grammaticale, si rendano conto fin dal primo momento anche di tutti questi fattori che condizionano l'uso del linguaggio.

A livello elementare, è piuttosto agevole identificare i bisogni comnicativi degli studenti. Si può facilmente prevedere che lo studente avrà bisogno di possedere il linguaggio che gli consenta di procedere alla propria identificazione personale, di fornire informazioni che riguardano lui e la propria famiglia, di chiedere e di dare informazioni concernenti l'ambiente in cui vive, di localizzare cose, persone, città, di descrivere oggetti e persone, di raccontare avvenimenti, ecc.

Più problematico è il decidere quali e quanti esponenti linguistici, cioè strutture grammaticali, fornire allo studente perché egli possa espletare le funzioni richieste dalla situazione di          comunicazione. A livello elementare si ritiene opportuno restringere quanto più è possibile la gamma degli esponenti linguistici per una singola funzione, riservando più opzioni soltanto nei casi in cui il linguaggio è di tipo formulare, come avviene in inglese nelle espressioni di saluto, di commiato, o di ringraziamento (Hello!, Good-bye!, Thanks!, ecc;). Negli altri casi la scelta degli esponenti linguistici viene dettata da criteri di utilità, di frequenza e di applicabilità.

Per soddisfare completamente i bisogni comunicativi degl i studenti è necessario che questi ultimi siano messi in grado di comunicare sia attraverso l’ uso della lingua orale, sia per mezzo della lingua scritta. Chiunque si trovi calato nella realtà di un paese straniero si accorge subito della necessità impellente di possedere i mezzi per comprendere indicazioni orali e scritte, leggere, interpretare e riempire un modulo, comprendere un annuncio all'aeroporto, leggere e capire un avviso, e così via. E' fondamentale, quindi, che gli studenti vengano addestrati a comprendere la lingua, sia parlata che scritta , con la quale hanno maggiori probabilità di venire a contatto, cioè la lingua autentica.

Questo giustifica il principio metodologico secondo il quale lo studente deve affrontare, sin dall 'inizio di un corso, l'esposizione ad una lingua parlata e scritta, purché, naturalmente, le attività e i compiti che deve espletare a quel livello non siano al di sopra delle sue capacità.

Anche per quanto riguarda il modello di lingua da offrire agli studenti sembra ormai evidente la necessità di non restringere la scelta ad una sola varietà. Per quanto riguarda l'inglese, ad esempio, oltre a quello parlato nel sud dell'Inghilterra da persone istruite, è bene includere anche altre varietà di accenti, in particolare la varietà americana, che si impone per la sua vasta diffusione. Ai fini dello sviluppo dell'abilità di comprensione orale è utile anche esporre gli studenti agli accenti regionali più comuni nell'ambito del Regno Unito, senza dimenticare l’imglese parlato da persone di nazionalità diverse, come indiani, pakistani, ecc., che vivono e lavorano in tutta la Gran Bretagna, ed in particolare a Londra.

 

Tecniche impiegate

Le tecniche impiegate per indurre l'apprendimento da questo piano didattico sono molteplici e, soprattutto nelle attività di produzione orale, pongono sempre lo studente al centro dell'attività stessa. ogni attività svolta prevede l'uso di una o più di una delle abilità linguistiche di base (comprendere la lingua  parlata, parlare, leggere, scrivere). Spesso le abilità sono esercitate in modo integrato, cioè non isolatamente, ma in modo coordinato.  Nei  corsi basati  realmente  sullo sviluppo della competenza  comunicativa, le attività vengono svolte dagli studenti lavorando a coppie (pair work)  o  in  gruppi (groupwork). Inoltre, le esercitazioni sono costruite in modo tale che, nella  maggior parte dei casi, tra gli studenti che compongono la coppia o il gruppo esista un divario di informazioni (infomation gap). Ciò consente di eseguire l'esercitazione in una situazione molto vicina ad una reale situazione di comunicazione. Oltre alle attività di comprensiione e di produzione della lingua orale vengono, naturalmente,  svolte  attività di lettura, di produzione scritta, di fissaggio delle regole grammaticali,  e di riflessione  grammaticale.

 

Il materiale supplementare 

 

Altra  caratteristica  importante  dei  buoni  corsi  di  1ingua  straniera  oggi  è  il  materiale supplementare che, in genere, accompagna i corsi. E' costituito, quasi sempre, da cassette che  riportano le registrazioni dei dialoghi e di altro  materiale di ascolto,  quali trasmissioni  radiofoniche, canzoni, pubblicità,  poesie,  ecc.  Le  cassette  sono  fondamentali per abituare gli studenti a comprendere non solo accenti diversi, ma anche voci diverse come  quella  di  un uomo, di una donna, di un ragazzo, di una  ragazza , o di un vecchio.

Altro potente mezzo di insegnamento che risulta particolarmente importante  sul piano della motivazione è il video. Un video ben fatto porta direttamente in classe il mondo anglosassone o francese o di altra cultura .

La guida per gli insegnanti, eserciziari supplementari, tests di verifica, lucidi per la correzione degli esercizi sulla lavagna luminosa fanno parte spesso del materiale supplementare che accompagna  un  buon testo  di  lingua  straniera.

Accanto a tutto questo, però, rimane una figura indispensabile per far funzionare anche il corso più bello e più efficace possibile: l'insegnante che, se bravo/a e prepa­ rato/a sfrutta tutte le potenzialità del corso, ottenendo risultati a volte straordinari.

 

Prof  Mario Papa

 

Il Prof. Mario Papa è nato a Salerno.

Ha frequentato l 'Istituto Magistrale "Regina Margherita" dal 1952 al 1956. Negli anni 1955 e 1956 ha partecipato alle gare studentesche, conseguendo ottimi risultati negli 80m ad ostacoli, negli 80m piani, e nella staffetta.

Si è laureato in Lingue e Letterature Straniere (Inglese) nel 1962.

Ha insegnato ininterrottamente "Lingua e Letteratura Inglese" in varie scuole di ogni ordine e grado dal 1962.

Nel 1970, insieme a pochi altri appassionati di metologogia e glottodidattica e al direttore del British Council di Napoli, ha collaborato alla fondazione "Lingua e Nuova Didattica ", un movimento che ha, poi, coinvolto migliaia di insegnanti su tutto il territorio nazionale.

Si è specializzato in metodologia e glottodidattica presso le univerità di Londra (1977), San Francisco (1978), New York (1985).

Ha collaborato con articoli di carattere metodologico e didattico a riviste quali "Rassegna Italiana di Linguistica Applicata ", "Lingua e Nuova Didattica '', "Perspective", "Modem English''.

Ha lavorato in moltissimi corsi di aggiornamento per insegnanti di lingua inglese organizzati dal Ministero della Pubblica Istruzione, dagli l.R.R.S.A.E, dal British Council e dal!'Uniteci States Information Agengy.

Ha pubblicato vari testi per l'insegnamento della lingua inglese fra i quali:

A Song-Book of Folk and Pop Music, Zanichelli, Bologna, 1975 (edizione straniera a cura della Longman, Londra);

Communicating Strategies, Zanichelli - Longman , 1978;

Communication Tasks, Zanichelli, Bologna, 1982;

Turning Points, Addison - Wesley, Boston, 1986;

Skills and Meanings, Zanichelli, Bologna, 1985;

Take Turns, Zanichelli, Bologna, 1993;

Way Points, Zanichelli, Bologna, 1994. (R. G.)