Capitolo XVI

Gli incontri musicali

 

Nel 1985 fu inaugurata la filiale Zanichelli di Torino e, insieme ad altri autori, fummo invitati anche Giuliano ed io. Il direttore della Filiale di quel periodo, Gino Gatteschi, ora direttore commerciale della Zanichelli, ebbe un’idea.

“Mario”, mi disse al telefono, “perché, invece del solito intervento di tipo pedagogico sui vostri libri, tu e Giuliano non suonate un po’? All’inaugurazione della Filiale ci sarà una cena e, dopo cena, potete offrirci un intermezzo musicale.”

“Certo è un’idea orginale. Ne parlo con Giuliano e ti faccio sapere.”

Ne parlai a Giuliano ed, insieme, decidemmo di preparare un momento di grande coinvolgimento. Scegliemmo una serie di canzoni in inglese dal nostro testo A Song Book of Pop and Folk Misic e chiedemmo a Gino Gatteschi di far preparare delle fotocopie dei testi delle canzoni scelte da distribuire a tutti gli invitati. Gino accettò l’idea, fece preparare gruppi di fotocopie per tutti i circa quattrocento invitati e, per la sera dell’inaugurazione, noleggiò una tastiera elettrica e una batteria. Ricordo che al nostro arrivo in Filiale, trovammo anche una lavagna dove c’era scritto: Si iscrivono a parlare (con la parola “parlare” barrata), a suonare, Giuliano Iantorno e Mario Papa. Alla fine della cena Gatteschi ci presentò e, tra la meraviglia di tutti, Giuliano si sedette alla tastiera, io alla batteria, ed invitammo tutti i colleghi, almeno quelli di inglese, a cantare con noi seguendo i testi sulle fotocopie. Fu una successo. Tutti parteciparono, anche quelli che non erano insegnanti di inglese.

L’iniziativa ebbe una certa eco tra i direttori di Filiale Zanichelli e, dopo un po’, altri ci chiesero di fare la stessa cosa in altre città. Il dottor Castiglione organizzò un incontro dello stesso tipo in un albergo di Catania. Prima Giuliano ed io parlavamo di glottodidattica e poi cominciavamo a suonare. Ovviamente chi organizzava ci faceva trovare pianoforte e batteria, oltre naturalmente alle fotocopie delle canzoni da distribuire ai partecipanti.

Dopo un po’, però, Giuliano non ritenne più opportuno continuare e quindi dovemmo smettere questi concerti “pedagogici”!

Le richieste però, erano numerose. Mi venivano fatte anche da organizzazioni come il TESOL, il British Council ed altre.

Mi venne in mente che alcuni anni prima, tra il 1978 e il 1979, avevo conosciuto un collega di inglese, anche lui coinvolto nel Progetto Speciale Lingue Straniere, che suonava benissimo il pianoforte e con il quale era nata una forte anicizia e simpatia. Si trattava di Mario Di Troia, celebre professore di inglese di Matera, nonché pianista di sera nei locali della sua città.

“Pronto! Mario, sono Mario Papa.”

“Mario Papa! Che piacere sentirti. Come va. Cosa fai di bello?”

“Le solite cose. Ti vorrei parlare di un’iniziativa nella quale vorrei coinvolgerti.”

“Uè, allora è una cosa seria. Dimmi tutto.”

“Si tratta di questo. Tempo fa Giuliano ed io abbiamo suonato insieme in alcuni incontri con insegnanti di inglese.”

“Che bello!”

“Aspetta! Il bello è che li abbiamo fatto cantare canzoni in inglese.”

“Veramente? E sapevano cantà?”

“Modestamente guidati da me, cantano pure ‘e pprete!”

“E come hai fatto?”

“Poiché in genere la gente conosce i motivi delle canzoni ma ignora i testi, abbiamo pensato di preparare fotocopie di testi delle canzoni che eseguiamo. Le fotocopie vengono distribuite agli insegnanti che, in questo modo, possono cantare con noi.”

“Ma che bella idea! E dove vi siete esibiti?”

“A Torino, Catania, e in altri posti.”

“Non mi dire che vorresti far suonare pure a me!”

“E per questo che ti ho telefonato. Giuliano ha vari impegni e non può andare in giro a fare questo tipo di incontri. Perciò è un po’ di tempo che abbiamo smesso. Però ricevo sempre più frequentemente richieste di questo tipo di incontro e allora ho pensato a te.”

“Madonna” ma tu mi fai felicissimo!”

“Aspetta ‘nu mumento. Innanzi tutto io nun so’ ‘nu professionista comme a te. Quindi devi prima vedere se possiamo suonare insieme. Poi c’è il problema della lontanza. Sai, bisogna provare spesso e noi viviamo a 250 chilometri di distanza.”

“E che sono? Domani mattina sono da te a Salerno e ne parliamo di persona. Mario, questa è un’idea straordinaria. Come, del resto, tutte quelle che hai!”

“Tu mi lusinghi. Allora ci vediamo domani. Ciao.”

“Ciao. A domani. Statt’ bbuono!”

L’indomani mattina Mario venne a Salerno in macchina ed, insieme, comincammo a provare dei pezzi. Mario è bravissimo al pianoforte, io ero un po’ emozionato, ma piano piano cominciammo ad eseguire dei brani accettabili. Dopo quel primo incontro ne seguirono altri, alternando Matera e Salerno. Tra l’altro questi incontri erano sempre occasioni di ottime degustazioni dei cibi delle due regioni. Mia moglie Paola e Rosetta, la moglie di Mario Di Troia, sono due ottime cuoche. In uno di questi incontri acquistai anche, di seconda mano, una bella batteria professionale, Premier, da un amico di Mario. Mario, infatti, mi prendeva un po’ in giro dicendomi che la mia vecchia batteria Sonor era ormai un ferro vecchio.

Nacque così Mario & Mario. Ci esibimmo insieme la prima volta a Napoli, presso la sede del British Council. Gli insegnanti che riempirono la sala furono coinvolti e parteciparono ai canti con spigliatezza. Dopo il successo di quella serata seguirono altri incontri di carattere musicale organizzati in città grandi e piccole. Un incontro molto importante lo tenemmo a Roma, alla John Cabot University, in occasione della pubblicazione del CD-ROM London Adventures. L’aula dell’università era affollata. Presentai il CD-ROM. Poi distribuimmo i testi delle canzoni agli insegnanti intervenuti e cominciammo a suonare invitando tutti a cantare con noi. Gli insegnanti si divertirono e si rilassarono partecipando attivamente. Uno degli aspetti positivi di questi incontri, tra l’altro, è che anche gli insegnanti che non usano mai canzoni in classe sono spinti poi a farlo.

Un’insegnante mia amica, Serena Petroni, entrò nel salone e, quando ci vide all’opera non credeva ai suoi occhi. Disse ad una sua collega:

“Guarda, ma il batterista è Mario Papa! E chi è il pianista? E’ bravissimo!”

“Mario l’avrà scovato in qualche sordido locale di Soho!”

Suonammo, tra l’altro, al TESOL Italy National Convention, Novembre 1999, Roma, presso l’Hotel Parco dei Principi. Le locandine dicevano Sing along with Mario & Mario.

Al convegno TESOL erano presenti circa 700 insegnanti che seguirono e cantarono con entusiasmo le canzoni proposte. Ricordo che, ad un certo punto, si esibì un professore di una università americana, cantando con disinvoltura e buona impostazione Delilah. Ovviamente questi incontri musicali seguivano sempre una mia conferenza tenuta al mattino o al pomeriggio.

Una volta fummo invitati ad un corso di aggiornamento per insegnanti della scuola elementare che si teneva presso l’università di San Marino sotto la direzione di Luisa Pantaleoni. Luisa è una mia amica ed è una di quelle colleghe che aveva partecipao con me al corso del British Council a Ealing nel 1977. Ricordo il viaggio a San Marino con particolare piacere perché ci divertimmo molto. Viaggiammo nell’automobile di Mario, una Mercedes, perché dovemmo portare con noi la mia nuova batteria e avevamo bisogno di un’auto molto grande. Mentre salivamo a San Marino si ruppe il clacson della macchina. Mario doveva tenere sempre la parte superiore del volante premuta altrimenti il clacson suonava in continuazione. Poiché la salita verso San Marino presenta numerose curve, Mario era costratto a lasciare il clacson per poter guidare. Pertanto il clacson suonava, gli altri autisti ci guardavano stupefatti e Mario si scusava gesticolando in continuazione, cercando di spiegare la situazione. Una volta raggiunta San Marino, Mario si avvicinò ad un vigile, tenendo a freno il clacson.

“Buon giorno. Scusi, mi può indicare un elettrauto?”

“Un elettrauto? Qui a San Marino non ce ne sono. Deve scendere giù verso Rimini.”

“Questo è un bel guaio perché ho un problema alla macchina.”

“Di che problema si tratta? Guardi, giri la macchina e scenda giù. Se si sbriga trova l’elettrauto ancora aperto.”

“Grazie. Però ora che faccio manovra Lei non si arrabbi se capita qualcosa che La fa innervosire.”

”Perché dovrei innervosirmi. Non c’è alcun motivo. Avanti. Faccia manovra e non mi faccia perdere tempo.”

“Va bene. Si vede che Lei è un tipo tranquillo e non si arrabbia facilmente.”

Mario cominciò a far manovra e, naturalmente, lasciò la parte superiore del volante. Il clacson immediatamente cominciò a suonare violentemente.

“Ma è pazzo? Lo sa che a San Marino è severamente vietato usare il clacson? Lei disturba la quiete pubblica!”

“Cosa le avevo detto? E’ questo il mio problema. Si è rotto il clacson.”

“Ma non lo faccia suonare! Ha capito? Ora le faccio una contravvenzione!”

“Le alternative sono due: o guido o blocco il clacson. Guardi, se metto le mani qui per bloccare il clacson, non posso guidare.”

“Ma Lei mi blocca il traffico. Si muova subito di qui.”

“Però il clacson si mette a suonare.”

“Non si permetta di far suonare il clacson.”

“Allora bisogna che Lei chiami un carro attrezzi.”

”Un carro attrezzi? Ma lo sa che il carro attrezzi deve venire da Rimini?”

“Ci vuole molto?”

“E’ logico che ci vuole molto. Avanti. Non faccia lo spiritoso. Sposti subito la macchina da qui.”

E così col clacson che suonava a tutto spiano, il vigile rosso di rabbia e il traffico completamente bloccato, Mario riuscì a far manovra e a ridiscendere verso Rimini alla ricerca dell’elettrauto.

Un altro giorno, eravamo a Bologna, ci fermammo ad un semaforo rosso.

Al semaforo si avvicinò un nordafricano e chiese se poteva pulire il vetro della Mercedes. Mario Di Troia parla, tra l’altro, anche l’arabo. Si rivolse, quindi, in arabo al giovane che si era avvicinato al finestrino dell’auto. Ricordo la faccia del ragazzo. La sorpresa era grande. Probabilmente era la prima volta da quando si trovava in Italia che qualcuno gli si rivolgeva in arabo. Iniziò una conversazione serratissima tra Mario e il giovane arabo e, quando il semaforo diventò verde, per poco non fu l’arabo a dare qualcosa a Mario e non viceversa.

Sempre nel 1999 fummo invitati al Seminario Nazionale LEND, Educazione linguistica, Multimedialità e Cittadinanza europea, che si tenne presso l’Università di Arcavacata, Cosenza. Alle 21.30 ci fu un dopo cena speciale: “Sing along with Mario Papa and Mario di Troia”. I partecipanti al convegno erano docenti delle varie lingue che si insegnano nel nostro paese. Pertanto, avevamo preparato un programma multilingue con canzoni in inglese, francese, tedesco e spagnolo. E Mario presentava le canzoni nella lingua in cui si sarebbero poi cantate. Tutti gli insegnanti apprezzarono molto la varietà dei brani e la buona esecuzione. Fu una bella serata.

Suonammo in varie città e ricordo, tra le altre, Bagnaia, in provincia di Viterbo. Una splendida serata organizzata dal compianto Silvio Vettraino, agente della Zanichelli.

Ad un certo punto, però, Mario ed io sentivamo la mancanza di una chitarra basso che facesse da linea guida durante i concerti. Soprattutto negli incontri affollati era necessario avere un buon basso. Chiamai allora mio cugino Gennaro Carbone, già professore di lettere nonché ottimo chitarrista e bassista degli Astrali, gruppo storico di Salerno negli anni ‘60 e ‘70. Gli spiegai di cosa si trattava e anche Gennaro fu coinvolto in questa storia. Cominciammo a provare tutti e tre a casa mia. Per il 2000 avevo avuto diverse richieste e, quindi, si stavano organizzando vari incontri dove avrei prima parlato su un determinato argomento e poi avremmo eseguito brani musicali coinvolgendo, come al solito, gli insegnanti. Gli argomenti che trattavo all’epoca erano generalmente L’uso delle canzoni nell’insegnamento delle lingue straniere, La produzione orale del linguaggio, La comunicazione orale.

Purtroppo, però, all’inizio del 2000 la moglie di Mario si ammalò seriamente. Superò il momento più drammatico ma aveva continuo bisogno di cure e Mario le fu molto vicino. Mi disse che non poteva assumere impegni finchè la moglie non si sarebbe completamente rimessa, la qual cosa avrebbe richiesto tempi molto lunghi. Oltre naturalmente al dispiacere per quello che era capitato a Rosetta, Gennaro ed io eravamo rammaricati per non poter contare, almeno per un certo periodo, su Mario Di Troia. Avevo comunque, preso una serie di impegni e bisognava cercare di sostituire Mario. La cosa non era semplice.

Dopo un po’ di tempo Gennaro mi telefonò dicendomi che forse aveva trovato la soluzione. Aveva infatti contattato Cosimo Palumbo, un ottimo pianista. Avevo conosciuto Cosimo presso i Salesiani di Salerno quando avevo circa venti anni. Cosimo era un ragazzino e già suonava benissimo la fisarmonica. Io ero un giovanotto e mi divertivo sia con la fisarmonica sia con la batteria. Cosimo era poi entrato a far parte degli Astrali con Gennaro Carbone, Guido Cataldo, Germano Cosenza e Michele Mattei. Poi non lo avevo più incontrato. Lui aveva vissuto per molti anni a Roma dove, tra l’altro, aveva continuato a fare anche il piano bar. Fui perciò felicissimo di incontrarlo.

Per inciso voglio ricordare che io e Giuliano ci siamo sempre esibiti gratuitamente, perché gli incontri erano organizzati dalla Zanichelli e rientravano in un contratto di promozione dei nostri testi. Mario Di Troia, invece, così come Gennaro Carbone e Cosimo Palumbo, ricevevano dalla Zanichelli un piccolo gettone di presenza insieme al rimborso spese.

Cosimo fu felice di essere coinvolto. All’inizio non fu semplice perché Gennaro e Cosimo sono due musicisti molto bravi e preparati mentre io sono solo un modestissimo “musicante” improvvisato. Però Gennaro e Cosimo mi guidavano con pazienza e i risultati poi non furono malvagi. Anzi credo di poter dire che abbiamo avuto risultati eccellenti visto l’entusiasmo con il quale il pubblico ci ha sempre salutato alla fine degli incontri musicali. La prima tappa del tour fu Bolzano. Cosimo era molto perplesso sulla riuscita dell’incontro, pensando che sarebbe stato molto difficile coinvolgere gli altoatesini, ritenuti un po’ freddini. Ma dopo i primi brani, pian piano tutte le insegnanti e i pochi insegnanti presenti cominciarono a unirsi al canto divertendosi tanto da non volerci più fare andar via!

Poi abbiamo suonato in tanti altri posti. Tra gli altri, ricordo Torino, Sorrento, Cetara, Salerno, Napoli, Catania, L’Aquila, Palermo, Benevento. Di alcuni di questi incontri ho anche conservato una registrazione in video.

Nel marzo del 2000 ci esibimmo al Palazzo dei Congressi di Bologna, in occasione del British Council National Conference. La locandina diceva Sing along with Mario Papa, Gennaro Carbone and Cosimo Palumbo. Cominciammo a suonare alle venti. La Zanichelli, nella persona di Laura Lisci, addetto stampa, che curava in ogni dettaglio l’organizzazione di questo tipo di incontri, offrì anche un ricco spuntino. Fu un grande successo. Circa mille insegnanti si esibirono in celebri brani anglo-americani. Alcune insegnanti si scatenarono anche in alcuni “cha cha cha” e “rock ‘n’ roll”.

Nel marzo del 2003 ci esibimmo al Palazzo dei Congressi "la Perla Ionica" di Acireale, sempre in occasione del British Council National Conference. Per la prima volta si esibì con noi in questo genere di spettacolo Guido Cataldo. Suonò il sassofono e il successo fu eccezionale. Più di 1000 insegnanti non volevano più lasciare la sala. Ad un cero punto chiamai sul palco anche Diana Cortellessa, moglie di Guido e ottima cantante, che eseguì alcune canzoni napoletane riscuotendo uno straordinario successo.